Chella cosa là

Ammazzata.
Dal fratello.
Perché amava un ragazzo che aveva un'unica colpa: non era nato uomo, fisicamente. 

L'importanza degli avverbi. 
Fisicamente era nata donna. Mentalmente non lo era mai stata. Sentimentalmente era legata a una donna. Vivevano insieme, facevano l'amore, chiacchieravano, ridevano, litigavano, tenevano il broncio, strizzavano l'occhio, si addormentavano abbracciati. Come miliardi di coppie: niente di più, niente di meno.

Un transessuale amava una donna: impossibile da accettare, in certi posti e per certa gente. Anzi, per certa schifezza di gente. Per certa immondizia umana.
Ora lo so, arriverà qualche garantista liberal e mi spiegherà che anche l'immondizia ha i suoi diritti. Forse ha ragione, non so. In questo momento penso solo alla frase di un intervistato, che stigmatizzava l'atto omicida del fratello:
"Non è accettabile che un fratello uccida la sorella per questi motivi. Se proprio devi, falle nu paliatone!".

Nu paliatone. Perché se ti innamori di un transessuale non meriti di morire, ma è giusto che almeno ti corcano di mazzate.
A te e pure a isso... A essa... Insomma, a chella cosa là.

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