Pietra tra le acque

Tutto deve essere fluido. La società fluida, la politica fluida, l'economia fluida, il pensiero fluido, persino la sessualità fluida. Ciò che non è fluido, deve diventarlo. E se non lo diventa, che venga distrutto!

Così ragiona l'Uomo Contemporaneo. Così vuole che ragionino tutti. Tutto deve essere fluido, acquoso, annacquato. Le divergenze? Vanno risolte. I conflitti? Inutili sprechi di tempo e fatica, meglio gli accordi, gli inciuci, i compromessi.

Un continuo susseguirsi di "si, però", una infinita sequenza di "ma anche". Nulla è definitivo, stabile, in piedi. L'Uomo Contemporaneo si riempie la bocca di frasi filosofiche orientali. Blatera di essere come canna di bambù, che si piega al vento, senza mai spezzarsi.

No.
Esistono anche uomini che non la vedono così. Uomini che preferiscono spezzarsi, piuttosto che piegarsi. Uomini in mezzo a queste acque paludose scelgono di non seguire la corrente, né di risalirla andando controcorrente.

Uomini che rispetto ai flutti decidono di essere scogli. Pietre tra le acque. E vedremo se il fiume riuscirà a distruggerci, o si prosciugherà nel tentativo.