Non ho più fiducia

"Ogni tempesta comincia con una singola goccia"
                                                                          (Orso Tekoser)


Non ho più fiducia nelle Masse. In quelle informi e beote Masse che si bevono ogni menzogna, che preferiscono ragionare con la pancia piuttosto che col cervello. Quelle Masse che dovrebbero elevarsi, diventare Popolo e utilizzare tutto il potere che solo loro hanno. Invece niente, preferisco l'odio di bassa lega, la rabbia fine a se stessa, il disprezzo che soffia nel vento.

Le Masse sono bandiere. E io odio le bandiere.

Non ho più fiducia nel Popolo. In questa parola ricca di romanticismo e vuota di realtà. Il Popolo, che grande menzogna! Nulla di puro di unisce, perché nulla di puro esiste. Nemmeno il più basso istinto ci unisce, nemmeno il bieco interesse riesce a farci marciare uniti. Siamo divisi, quindi non siamo Popolo. Non potremo mai essere uniti, quindi non saremo mai Popolo.

Il Popolo è un'utopia. E io odio le utopie.

Non ho più fiducia nel Noi. Nell'idea che insieme si possa vivere bene. Forse si può solo vivere meglio o - per essere più precisi - meno peggio. Chi vuole vivere meno peggio, chi si accontenta di sopravvivere, scelga convintamente il Noi. L'uomo è un animale sociale, disse una volta un Saggio. Sbagliando. Non c'è nulla di sociale nell'Uomo. Egli è solo un animale, e nemmeno il migliore tra gli animali. Perché mette le catene agli altri animali, senza rendersi conto delle catene - economiche, politiche, sociali, culturali, religiose, sessuali - che mette quotidianamente a se stesso.

Noi è un carcere. E io odio il carcere.

Credo soltanto nell'Io. E faccio fatica persino in questo. E' l'ultimo slancio di ottimismo che mi concedo. Stanco, solitario, ma ancora con un briciolo di speranza. Non provate a essere Noi, non ne sarete capaci. Non ne saremo capaci. Che ognuno provi a essere Io. 

La Rivoluzione è una Tempesta. L'Io è la Goccia.


Il Padre

Il Conflitto è padre di tutte le cose, di tutte re; e fa degli uni dèi, degli altri uomini; gli uni schiavi e gli altri liberi.

(Eraclito)


Risposta di libertà

L'ateismo è l'unica risposta saggia a una domanda di un mondo migliore.

Chiunque voglia, desideri, aneli un miglioramento delle condizioni di vita di tutti e di ciascuno, non ha alcun dio a cui affidare questa speranza. La domanda di un mondo, di una vita migliore non ha risposta in questo o quel culto, ma solo nel lavoro dei singoli e della comunità.

Siccome ha compreso questa semplice, ma fondamentale verità, l'ateo è l'unico uomo libero in una umanità in catene. Egli non ha bisogno di porre la propria volontà e la propria speranza di cambiamento in alcuna divinità, perché sa che se una divinità esistesse e potesse realizzare tale cambiamento, l'uomo sarebbe schiavo di questa divinità. 

E nessun cambiamento reale è possibile senza la libertà. 

L'ateo confida soltanto in sé, nella propria Ragione, nelle proprie conoscenze e nella saggezza - forse dovremmo dire sapienza - collettiva, nella comunità internazionale di scienziati e studiosi che cercano la Conoscenza, non la fatua Illuminazione divina.

La Ragione ha dei limiti, si dirà. Nessuno li nega, anzi vogliamo indagarli e, ove possibile, superarli o preparare il terreno affinché siano altri, dopo di noi, a superarli.
Per superare i limiti della Ragione, però, ci voglio anni di lavoro e di studio.
Per superare i limiti della Religione, invece, basta semplicemente spegnerne la fatua Illuminazione.