Zero Denominatore

Sembra vi sia una dicotomia: o si è sovranista, o si è globalista, tertium non datur.

Il Sovranista ama la "sua" terra, la "sua" patria, il "suo" Popolo, la "sua" bandiera, il "suo" dio. Egli ha un posto nel mondo: il "suo" mondo, un pezzo di terra minuscolo sul globo terracqueo. 

Il Sovranista è pronto a scagliarsi contro tutto ciò che non appartiene al "suo" mondo, che viene visto come una minaccia.

Forse un giorno comprenderà che il "suo" mondo non è suo nemmeno un po' e che lui è solo un servo, un utile idiota nelle mani di chi davvero è proprietario del mondo. 

Forse, ma ne dubito.

Poi c'è il Globalista. Il cittadino del mondo. Anywhere in the world. Il suo Popolo è l'intera umanità, la sua Patria è tutto il pianeta, la sua bandiera ha tutti i colori. Il Globalista non vede minacce, condanna i conflitti, non ama le lotte, figurarsi le rivolte o le rivoluzioni. È pacifista, spesso nonviolento, quasi sempre gandhiano.

Forse un giorno capirà che il mondo non si cambia con gli scioperi della fame e con le mani dipinte di bianco, quando il Potere usa i manganelli e i proiettili.

Forse, ma ne dubito.

Questa dicotomia non esiste, è fasulla. Sovranista e Globalista stanno dalla stessa parte del fiume. Vivono nello stesso mondo, ragionano per proprietà, per leggi, per bandiere, per etichette, per divinità (religiose o laiche).

Io preferisco quelli che stanno sull'altra sponda. Quelli nascosti nel Bosco. Quelli che non hanno nulla di "mio", padroni di nulla e servi di nessuno. Quelli che non hanno affermazioni da fare, ma solo negazioni. Quelli che non hanno verità da  professare, ma esperienze da vivere.

Quelli che sono altro. L'Eccezione. Lo Zero Denominatore, diviso per il quale ogni numero diventa infinito.

Quelli che sono ovunque, ma fuori.

Anywhere, out of the world.

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