Rivoluzione.
Che bella parola, che splendido atto!
Alcuni obiettano, di fronte alla possibilità di una rivoluzione, la necessità che essa sia nonviolenta.
"Il pacifismo, la nonviolenza, in un mondo costruito sulla violenza, non sono forse un'opzione rivoluzionaria?".
Bisogna intendersi, dunque, al fine di evitare fraintendimenti: se per rivoluzione si intende l'abolizione dello stato di cose presenti, è impossibile farlo in maniera non violenta.
Ed è questa la mia personale posizione.
Se per rivoluzione si intende il tirarsi fuori dallo schifo attuale, essere "altro" dal sistema dominante, allora è possibile la scelta nonviolenta.
Io non ci credo.
La Negazione dell'esistente deve essere positiva, se non vuole cedere al nichilismo.
Per essere positiva non può limitarsi al fuggire nel bosco, come l'amato Waldganger.
Prima o poi, da quel bosco dovrà uscire. E appiccare il fuoco ovunque.
"In un mondo costruito sulla violenza, si deve essere rivoluzionari, prima di poter essere pacifisti."
(A. J. Muste)
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