Quando il guerriero è davanti al suo avversario, non deve pensare all'avversario, né a se stesso, né ai movimenti del corpo del suo nemico. Deve solo combattere trascurando ogni tecnica rigida, pronto unicamente a seguire i dettami del subconscio. Quando colpisce, non è l'uomo, ma il pugno del subconscio dell'uomo, che colpisce.
La sua mente deve immergersi nel vuoto: solo così potrà comandare il corpo. Questo vuoto mentale non è una mente vuota, priva di emozioni, né semplice quiete. È una mente distaccata, "non attaccata". Come uno specchio, non si attacca a nulla e non rifiuta nulla; sa ricevere, ma non trattiene.
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