Dobbiamo vivere affinché di noi ci sia memoria quando moriremo. E se non ci sarà, dobbiamo fare in modo che ci sia almeno una damnatio memoriae, ossia che qualcuno si prenda la briga di ricordarsi di noi per farci dimenticare dagli altri.
Questo non vuol dire che dobbiamo vivere come asceti, come eremiti, distanti e schifati dalle cose terrene. Al contrario, significa che dobbiamo mangiare la vita, bere i suoi vini fino a ubriacarci, farci l'amore con trasporto e passione, sempre pensando che vivere non sia solo questo. Abbiamo anche uno spirito: anche lui ha bisogno di cibo, di vino, di sesso. La vita del corpo è molto più breve di quella dello spirito e del corpo non ci sarà memoria; perciò non perdiamo tempo ad arrabbiarci per le cose infime e a ingozzarci come se non ci fosse un domani. Un domani c'é, è per il nostro spirito, è per la gloria eterna.
"Rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie"(Eraclito)
Nessun commento:
Posta un commento