Sono secoli, sono millenni che ci riempiono la testa con la Creazione.
Il momento in cui una divinità, forse annoiata dal nulla cosmico in cui viveva, ha deciso di creare ogni cosa, tra cui anche l'Uomo. Col passaggio dal politeismo al monoteismo, la Creazione ha assunto sempre maggiore importanza per le società e gli individui che soggiacevano a un determinato culto monoteista: Yahweh, Dio, Allah, hanno tutti caratteristiche comuni, le loro "creazioni" si assomigliano in maniera incredibile, sono ovviamente onnipotenti e onniscienti, ognuno di loro viene considerato l'Unico Dio dai suoi adepti.
Se la Creazione è opera di un dio, vuol dire che questo dio non è creato. E' un problema che già i filosofi presocratici provarono ad indagare, ricercando il famoso arché, primo motore immobile del divenire. Come può una cosa non creata, un "non-essere", creare ogni cosa, creare "l'essere"? Semplicemente non può, a meno che non si ammetta che il non-essere è, ossia che il Nulla è, il che significa giungere al supremo nichilismo, che è la negazione di ogni possibile culto religioso.
Non potendo dimostrare l'esistenza di dio senza sfociare nel nichilismo, allora il problema della Creazione va ribaltato: dio non è creatore, ma creato. Da chi? Dall'Uomo, anzi da gruppi di uomini che, avendo creato dio, hanno posto limiti a se stessi e imposto limiti e divieti agli altri uomini.
L'Onniscienza e l'Onnipotenza, pertanto, sono falsi miti: nulla si può conoscere completamente o si può governare completamente perché "tutto diviene, nulla è".
Il problema non è nell'Essere, ma nel Divenire. Non c'è un Essere che crea, ma un Divenire che trasforma, perché
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"
Nella fisica come nello spirito.
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