"Essere come canna di bambù che si piega al vento senza mai spezzarsi", insegnava Lao Zi, il fondatore del Taoismo. E anche in Europa, dove il Taoismo arriverà molto tardi, si è sempre fatto largo un modus operandi: meglio piegarsi che spezzarsi. Ce lo dicevano i nonni, lo ripetiamo spesso ai nostri figli.
Ma piegarsi a cosa? Al Fato, cinico e baro? O al Potere, economico e quindi politico? Piegarsi a Dio, al suo volere? O alla Società, per quieto vivere e per convenienza? Fato, Potere, Dio, Società: l'importante è piegarsi nella vita, ognuno scelga di fronte a cosa.
C'è chi si piega di fronte al padrone: meglio stare zitti e subire che rischiare il posto.
C'è chi si piega davanti alla prepotenza: meglio girare la faccia dall'altra parte.
C'è che si piega per autoinganno: "un giorno mi rialzerò, ma non è ancora oggi", ripete a se stesso.
No.
E' oggi. Anzi, doveva essere ieri.
Sono decenni, sono secoli che siamo piegati e non abbiamo ottenuto nulla. Abbiamo solo perso: diritti, dignità, occasioni, emozioni, serenità, felicità. La canna di bambù è rimasta piegata troppo tempo sotto il vento della Storia e adesso non si rialza più.
L'unica cosa che vedo intorno sono le nostre rovine. E gli spiriti di pochi uomini che sono rimasti in piedi, vicino ad esse.
Fate che il vostro spirito sia come quegli spiriti. Siate voi stessi come quegli uomini.
Alzatevi in piedi. Dritti, come blocchi di pietra.
Come menhir.
Come menhir.
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