Non appartengo che a una comunità: quella dei Senza. Senza numi tutelari, senza padri fondatori, senza bandiera colorate, senza confini inventati, senza segni distintivi, senza etichette.
Agli occhi dei cittadini, la comunità dei Senza compare e scompare, si popola e si estingue, ciclicamente. Quando l'identità di un secolo va fuori corso, quando la sedicente civiltà attraversa un nuova crisi, ecco comparire i Senza.
In realtà ci sono sempre stati. Direttori d'orchestra o primi violini, la loro Sinfonia è scandita dal ritmo del Nulla. Le orecchie della cosiddetta società civile sono sorde a queste note.
La loro è la Sinfonia del Crollo. Tutto trema, essi no. Perché conoscono la furia distruttrice del Nulla, ma anche l'infinita Libertà che genera.
E quel veleno che spaventa la società, quel veleno contro cui il Potere non ha ancora trovato un antidoto, scorre nelle loro vene.
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