"Do you want to open the ports? But open your legs ..."
No, it's not a bad joke of spirit made by a group of males looking for easy laughter. To pronounce these unworthy words was one of your politicians. One of your representatives in the civil and democratic institutions of this country. An exponent of a ruling party.
After women who, when they talk about football, make the stomachache, we also have women who, instead of worrying about migrants, think about opening their legs.
And to think that humanity, when it began to be structured in a tribal way, had a sacred respect for women. They were not only daughters, wives and mothers, dedicated to the house and family, but also priestesses. The only ones who could talk with the gods. Also because many deities, in homage to the concept of sacred feminine, were females.
In some communities there were also female warriors, often better than their male counterparts. Do not just think of the mythical Amazon or the Norse Skjaldmær (otherwise known as Shieldmaiden), but also the Japanese Onna-bugeisha, the woman-ninja, the female equivalent of the samurai.
Yesterday they could fight in wars. Today someone turn up their noses if they enter the army.
Yesterday they could talk to the gods. Today they would do well not to talk about football.
And not only in the countries hypocritically defined as "developing", but also in the "civil" countries.
Those who represent, according to them, the Progress of humanity.
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"Vuoi aprire i porti? Ma apri le cosce..."
No, non è una pessima battuta da bar detta da un gruppo di maschi che cercano la risata facile. A pronunciare queste indegne parole è stato uno dei vostri politici. Uno dei vostri rappresentanti nelle istituzioni civili e democratiche di questo Paese. Un esponente di un partito di governo.
Dopo le donne che, quando parlano di calcio, fanno venire il voltastomaco, abbiamo anche le donne che, invece di preoccuparsi dei migranti, pensino ad aprire le cosce.
E pensare che l'umanità, quando cominciò a strutturarsi in maniera tribale, aveva un rispetto sacro per le donne. Non erano solo figlie, mogli e madri, dedite alla casa e alla famiglia, ma anche sacerdotesse. Le uniche che potevano parlare con gli dei. Anche perché molte divinità, in omaggio al concetto di femminino sacro, erano femmine.
In alcune comunità c'erano anche le donne guerriere, spesso migliori dei loro omologhi maschili. Non si pensi solo alla mitica Amazzone o alla norrena Skjaldmær (altrimenti note con il nome inglese di Shieldmaiden), ma anche alla giapponese Onna-bugeisha, la donna-ninja, l'omologo femminile del samurai.
Ieri potevano combattere nelle guerre. Oggi fanno storcere il naso se entrano nell'esercito.
Ieri potevano parlare con gli dei. Oggi farebbero bene a non parlare di calcio.
E non solo nei paesi definiti ipocritamente "in via di sviluppo", ma anche nei paesi "civili".
Quelli che rappresentano, a loro dire, il Progresso dell'umanità.
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